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MARY Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 6 settembre 2005
 
di Abel Ferrara, con Juliette Binoche, Forest Whitaker, Matthew Modine, Heather Graham, Marion Cotillard, Stefania Rocca (Stati Uniti, 2005)
 

Semplicistico nei contenuti e non particolarmente eccitante e innovativo dal lato formale; anche se qualcuno grida al capolavoro. La storia non proprio limpidissima, ma dopo tutto si tratta dell(ex!) luciferino autore di uno che era stato definito "Un Bergman sotto cocaina", è quella della Maria Maddalena (una Juliette Binoche sempre più annacquata) che non riesce a liberarsi del personaggio e decide, invece che tornae ad Hollywood, di restare nell Terra Santa dei massacri reciproci che sappiamo. A far che non risulterà proprio chiaro.

Mentre il regista a New York (che è Matthew Modine, forse il più convincente) tira l'acqua al proprio mulino occupandosi del marketing del film, specchio del medesimo si fa Forest Whitaker, presentatore TV che sta conducendo un ciclo sulla fede. Apparentemente migliore del tradizionale tozzo di pane e macchiato dal solo delitto di giungere dal lavoro a casa tardi la sera. Quella che viene indicata come l'ira d Dio gli s abbatte allora puntualmente sul capo: l'adorata moglie partorisce in sua assenza e, assieme al neonato, appaiono subito in gravissimo pericolo di vita. Al povero Forest non rimane che precipitarsi dopo anni in chiesa: ed implorare il Signore di prenderlo lui peccatore (ma di cosa?) anziché il resto della famigliola. Intercessione divina riuscita: finirà tutto, anche per un intervento mistico-filosofico e ovviamente poco chiaro della Maddalena Binoche dal Medio Oriente.

Tutto è possibile, anche che Ferrara che ha sempre flirtato tra scandali e dichiarazioni di fede si metta scherzare con gli integralismi alla moda. A non voler entrare in merito, molto dipende, come sempre , dal modo di dirlo: e quello di Mary a me è apparso sbrigativo e semplicistico, speriamo non utilitaristico ma non proprio riservato. Sottile e commosso, alieno da dubbi e ripensamenti come dovremmo ( o no?) essere da queste parti. Remember Kieslowski, magari dalle parti del Decalogo?       


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